La procavia è un vero enigma zoologico. A dispetto delle sue ridotte dimensioni è il più stretto parente dell'elefante, cui è affine per un buon numero di particolari anatomici. Si conoscono numerose specie di procavie, alcune delle quali, come la procavia degli alberi, trascorrono tutta la loro vita arrampicandosi tra i rami degli alberi e nutrendosi di foglie. Altre specie, come per esempio la procavia della Siria e la procavia del Capo, vivono tra le rocce.
Le procavie hanno quattro dita nelle zampe anteriori e tre in quelle posteriori; per quanto riguarda il comportamento sono per certi versi simili alle marmotte. Vivono in colonie, talora molto numerose, e si nascondono nel profondo di buche e crepacci al minimo segnale della presenza di un intruso, essendo molto tìmide e paurose. Mentre i membri della colonia si dedicano alle loro occupazioni e brucano la magra vegetazione, un individuo, di solito un maschio adulto, fa da sentinella e pensa alla sicurezza dei compagni. Non appena avverte l'avvicinarsi di un pericolo lancia un grido stridulo che mette subito tutti in allarme e provoca un fuggi-fuggi generale.
La procavia è un animale diurno: ama molto i bagni di sole mattutini e nelle ore di maggior calura si sdraia all'ombra delle rocce. Nei periodi di attività emette di continuo una gran varietà di grida, inframmezzate da una specie di abbaiamenti e di guaiti. Non scava una tana propria, dal momento che le zampe non sono munite di unghioli: la femmina partorisce sul fondo di qualche fenditura delle rocce o al riparo di sporgenze rocciose.