La marmotta, ampiamente diffusa sulle Alpi, è affine allo scoiattolo e, al pari di questo, è attiva solo durante il giorno. Si deve ricordare che i mammiferi diurni sono in realtà una minoranza, poiché quasi tutti hanno abitudini notturne o crepuscolari; ma la marmotta è una dormiglione con cui solo il ghiro può rivaleggiare.
La marmotta vive in colonie talvolta molto numerose, che si stabiliscono su un versante montuoso ben soleggiato ed esposto a mezzogiorno. Ogni coppia scava una tana dotata di più uscite al riparo delle rocce; le gallerie sono piuttosto profonde e portano a una o più camere, che gli animali tappezzano di erbe, e dove la femmina dà alla luce i piccoli. Nella camera più profonda le marmotte si ritirano in autunno e trascorrono in letargo tutto l'inverno, per riprendere l'attività
all'arrivo della primavera successiva. Il letargo della marmotta è un fenomeno assai interessante; la temperatura corporea dell'animale scende fino a 3 °C e tutte le funzioni vitali subiscono un forte rallentamento. La respirazione si fa lentissima (un respiro ogni 3-5 minuti) ed anche il battito cardiaco nel periodo di letargo più profondo si riduce a 2-3 pulsazioni al minuto. Al sopraggiungere della bella stagione la marmotta si risveglia molto lentamente e incomincia a liberare l'uscita della sua tana. Durante tutto il periodo estivo si possono vedere facilmente le marmotte che scorrazzano e giocano nelle distese fiorite dei pascoli alpini. Un adulto sta ritto su un roccione e sorveglia il territorio pronto ad avvertire i suoi compagni di ogni eventuale pericolo, emettendo un fischio acuto molto caratteristico.