Il gipeto è, nel medesimo tempo, uno dei più begli uccelli rapaci ed uno dei più rari. In passato era presente in tutte le regioni montuose d'Europa, ma, durante il secolo scorso, è stato talmente massacrato che attualmente non ne sopravvive sulle Alpi più uno. Alcune coppie sono ancora reperibili sui Pirenei ed in Spagna. In questi ultimi anni sono state tentate reintroduzioni sull'arco alpino. Sebbene imparentato con gli avvoltoi, nell'aspetto assomiglia piuttosto a un nibbio gigante. Le sue caratteristiche più salienti sono la coda molto lunga e le ali; il nome specifico "barbatus" si riferisce alla barbetta di setole ispide che porta sul mento. È abilissimo nel volo planato e può restare sospeso per ore nell'aria, senza fare un battito d'ali, sfruttando semplicemente le correnti calde ascensionali. Il gipeto, come d'altronde rutti i grossi uccelli predatori, passa la maggior parte del tempo alla ricerca del cibo. Di solito si accontenta degli avanzi lasciati sul terreno dai corvi e dagli avvoltoi e talvolta non si nutre che di ossa per intere settimane. Per questo motivo in Spagna è chiamato "quebranta-huesos", che significa spaccaossa, dal momento che è solito lasciar cadere le ossa più grosse sulle rocce per poterle rompere in piccoli frammenti. Si ha notizia di coppie di gipeti che hanno allevato i nidiacei nutrendoli esclusivamente di ossa! In relazione alla sua singolare dieta questo uccello deve occupare un territorio molto vasto: talora si vede costretto a percorrere in un giorno oltre 200 km e ciononostante non tutti i giorni trova di che sfamarsi!